Mindfulness significa consapevolezza.
E’ prestare attenzione, ma in un modo particolare: con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante. (Jon Kabat Zinn)
Consapevolezza non è sinonimo di rilassamento e non è nemmeno una filosofia: è un modo di essere che implica lo stare costantemente in relazione con se stessi e con il mondo e l’accettare quello che c’è, sia che si tratti di disagio, di sofferenza, di passione o di piacere. (Saki Santorelli)
Non possiamo evitare il lato più negativo della vita, per cui la mindfulness ci offre un nuovo punto di vista: entrare in relazione diretta con la sofferenza, voglere ad esse piane attenzione, lasciare spazio anche a ciò che non ci piace, che non vogliamo. La tendenza automatica sarebbe quella di scacciare la sofferenza. Ma la scelta di fare spazio e di lasciar essere quello che c’è nel momento presente, ci pone nella condizione di essere meno condizionati e oppressi da ciò che ci procura sofferenza. In questo modo di mettiamo nelle condizioni migliori per poter rispondere con i modi più efficaci per gestire le cause della sofferenza.
La pratica della mindfulness è una forma di meditazione buddhista che è stata valutata in una serie di ricerche scientifiche. Il protococclo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) fu ideato più di trent’anni fa dall’americano Jon Kabat-Zinn, come trattamento contro il dolore cronico, lo stress e la depressione.
Il protocollo mira alla riduzione dello stress insegnando a riconoscere le fonti di stress e i segnali del nostro corpo, in modo da poter rispondere anziché reagire agli stimoli.