ANSIA:
L’ansia fa parte della natura umana. È la normale risposta del nostro organismo che si prepara ad affrontare una situazione percepita come pericolo. Si ha la sensazione di essere vulnerabili, in estremo pericolo, anche se a volte non si comprende con certezza il perché.
Un’ansia moderata può essere utile, perché ci mette in allerta di fronte a una situazione difficile permettendoci di agire in modo efficace e tempestivo. Può diventare un problema quando risulta eccessiva rispetto alla situazione o la sua durata è troppo lunga, al punto cheanche le cose più familiari per noi possono risultare sforni enormi(parlare in pubblico, sostenere un esame, parlare con il capo, affrontare una discussione in famiglia).
I disturbi d’ansia più diffusi sono:
Disturbo di panico (attacchi di panico) con o senza agorafobia
Disturbo d’ansia generalizzata
Disturbo ossessivo-compulsivo
Fobia sociale o ansia sociale
Disturbo post-traumatico da stress
DISTURBO DI PANICO (attacco di panico):
Il panico consiste in uno stato di intensa paura che raggiunge il suo apice in circa dieci minuti, caratterizzato dalla comparsa, spesso inaspettata, di almeno quattro dei seguenti sintomi: palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di asfissia, dolore al petto, nausea, sensazione di instabilità e sbandamento, derealizzazione (ossia, la realtà esterna appare strana ed irreale) o depersonalizzazione (ad esempio, avere la sensazione di essere staccati dal proprio corpo), sensazione di perdere il controllo, impazzire o morire, formicolii, brividi o vampate di calore.
A chiunque, in condizioni di estremo pericolo, può capitare di provare panico e che un singolo attacco di panico non è sufficiente per fare diagnosi di disturbo di panico
Nel trattamento del disturbo di panico la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato ampiamente la propria efficacia.
Nel corso del trattamento la persona è aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi del panico e a liberarsene gradualmente attraverso l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
ANSIA GENERALIZZATA
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è caratterizzato da sintomi d’ansia generalizzati e persistenti indotti da una preoccupazione. sproporzionata rispetto all’evento temuto, pervasiva e difficilmente controllabile dal soggetto.
La terapia cognitiva, ha come presupposto che le interpretazioni catastrofiche delle preoccupazioni sono la caratteristica distintiva di questo disturbo, così il fulcro dell’intervento è quello di ristrutturare pensieri e convinzioni sbagliate e irrealistiche del paziente.
In primo luogo il paziente deve diventare consapevole dei pensieri controproducenti che ha costantemente e si aiuta a normalizzare il rimuginio, Altro elemento essenziale è quello di aumentare la fiducia nella risoluzione dei problemi sviluppando un senso di sicurezza e fiducia nell’affrontare le sfide, accettare i rischi e tollerare l’incertezza e, infine, aumentare la capacità di sostenere emozioni negative.
FOBIA SOCIALE
La Fobia Sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato da ansia significativa provocata dall’esposizione ad alcune situazioni relazionali o di prestazione in pubblico, spesso associata ad evitamenti di tali contesti, per il timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire ridicolo e di agire in modo umiliante. L’immediata conseguenza ad una esposizione è uno stato d’ansia che può raggiungere l’ attacco di panico La caratteristica principale è la paura di venire criticati dagli altri mentre si fanno azioni o si svolgono compiti soggetti alla valutazione di altre persone. Due aspetti cruciali sono il desiderio di dare una buona impressione di sé e alla stesso tempo l’incertezza rispetto al raggiungimento di questo scopo.
A livello fisiologico un fobico sociale presenta i seguenti sintomi: sudorazione,vertigini, balbettio, palpitazioni,sensazioni di nausea, rossore, vampate di calore, tensione muscolare,tremori.
A livello cognitivo il soggetto presenta una marcata critica verso se stesso e un’immagine centrale di sé come incompetente, maldestro, debole, ridicolo, noioso, mentre l’Altro è visto come, superiore, competente, ma anche rifiutante.
Sul piano comportamentale, per sottrarsi a esperienze dolorose questi soggetti adottano condotte di rinvio, di evitamento, di rinuncia e di ritiro.
Sul piano emotivo, il fobico vive con un senso generale di agitazione e preoccupazione l’avvicinarsi di una situazione temuta; con ansia, imbarazzo, vergogna durante la situazione; con tristezza e un senso di sconfitta al termine della situazione.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è particolarmente efficace nel trattamento del disturbo d’ansia sociale. Lo scopo primario è quello di aiutare queste persone a focalizzarsi sul proprio modo di pensare, in modo da poter individuare le situazioni temute e ristrutturare il proprio modo di pensare riguardo ad esse. La parte comportamentale della terapia, attraverso le tecniche di rilassamento, l’apprendimento delle abilità sociali e la tecnica dell’esposizione graduale alla situazione temuta, fornirà ai pazienti un aiuto per affrontare il proprio comportamento evitante. Inoltre, un obiettivo importante è quello di aiutare il paziente a imparare a giudicarsi in modo meno rigido, ad accettare i propri limiti, ad accogliere la possibilità di non essere sempre giudicato in modo positivo da tutti, rinunciando alle proprie pretese di perfezionismo.
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che affiorano alla mente, in modo intrusivo, venendo percepiti come fastidiosi. Le ossessioni sono differenti dalle preoccupazioni perché queste ultime sono relative a eventi negativi, legati a problematiche quotidiane, che è ragionevole temere. Al contrario delle ossessioni, le preoccupazioni non appaiono eccessive e prive di base razionale. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, mettere in ordine) o azioni mentali (contare, pregare) posti in essere per diminuire il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni. Ossessioni e compulsioni sono gli elementi caratteristici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), almeno l’80% delle persone con questo disturbo sperimenta entrambi gli elementi ma c’è una certa percentuale di persone che non mette in atto le compulsioni.
Questo disturbo può avere diverse forme:
-disturbi da contaminazione: ossessioni e compulsioni connesse a improbabili e irrealistici contagi o contaminazioni
-disturbi da controllo: ossessioni e compulsioni che implicano controlli prolungati e ripetuti senza necessità, allo scopo di riparare o prevenire incidenti e disgrazie
-superstizione eccessiva: pensiero superstizioso esasperato; chi ne soffre ritiene che il compiere o meno alcune azioni, il dire o meno alcune parole, vedere o meno alcune cose sia determinante per l’esito degli eventi.
-ordine e simmetria: non viene assolutamente tollerato che gli oggetti siano posti in modo disordinato o asimmetrico, seppur minimamente, ciò provoca una sgradevole sensazioni di mancanza di armonia e di logicità
-accumulo/accaparramento:queste persone tendono a conservare oggetti inutili e insignificanti per l’enorme difficoltà che hanno nel disfarsene
-ossessioni pure: pensieri o immagini relative a scene in cui la persona attua comportamenti indesiderati, inaccettabili. Non sono presenti compulsioni, né rituali mentali.
Trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo
La tcc è risultata essere una delle terapie più efficaci per il doc, e può essere affiancata a un trattamento farmacologico.
Il fulcro è arrivare a imparare l’infondatezza delle paure e che possono anche
essere affrontate senza ricorrere ai rituali.
Paziente e terapeuta lavorano assieme in modo che il primo possa imparare ad esporsi gradualmente agli oggetti o alle situazioni temute, e a prevenire i rituali.
Si inizia con i compiti più facili e si procede con quelli più difficili. Rispettando i tempi del paziente.
DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
Il Disturbo Post Traumatico da Stress si manifesta come conseguenza di un evento traumatico, in cui la persona ha vissuto o ha assistito a uno o più eventi che hanno implicato morte o minaccia di morte o dell’integrità fisica propria e/o di altre persone, come, ad esempio, aggressioni, disastri, incidenti, malattie gravi.
I sintomi comprendono paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore, l’evento traumatico viene rivissuto con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi (flashback), che comprendono immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli, come se l’evento traumatico si stesse ripresentando in quel momento. Il disagio psicologico è intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico. Può essere presente l’evitamento degli stimoli associati all’evento traumatico, oltre che disturbi del sonno, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
L’insorgenza del Disturbo Post Traumatico da Stress può intervenire anche a distanza di mesi dall’evento traumatico e la sua durata può variare da un mese alla cronicità.
I trattamenti più efficaci sono la Terapia cognitivo comportamentale e l’EMDR.
DEPRESSIONE
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso
I suoi principali sintomi sono l’umore depresso e/o la perdita di piacere e interesse per quasi tutte le attività per cui prima la persona provava un certo interesse. Possono essere presenti stanchezza, affaticamento, mancanza di energie e demotivazione. La persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione dell’appetito e quindi del peso senza essere a dieta; può presentare rallentamento o agitazione motorie e disturbi del sonno; può non riuscire a concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni.
Il sintomo prevalente è la sensazione di inutilità e di colpa; spesso sono presenti pensieri di morte o di suicidio.
Trattamento
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale ha mostrato scientificamente una buona efficacia. Potrebbe comunque essere necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi. L’associazioni della Terapia Cognitivo-Comportamentale e i farmaci aumentano l’efficacia della cura.
Nel corso della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale la persona viene aiutata a prendere coscienza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente attraverso la riattivarsi del comportamento e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
La depressione è un disturbo ricorrente: è stata evidenziata l’efficacia del protocollo Mindfulness-based cognitive therapy per la prevenzione della ricaduta della depressione., affinché ci si decentri dai pensieri negativi e si interrompano i cicli disfunzionali prima che si intercorra in una ricaduta.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE:
ANORESSIA:
E’ caratterizzata da un’eccessiva valutazione e controllo dlla forma corporea e del peso; autovalutazione dipendente esclusivamente dalla forma del corpo e dal peso e dalla capacità della persona stessa di controllarli. C’è la volontà di mantenere il peso corporeo il più basso possibile, mettendo in atto dei comportamenti per non prendere peso, quali eccessivo esercizio fisico, diete estremamente restrittive, induzione del vomito.
Due le forme di anoressia nervose: quella restrittiva, in cui il dimagrimento ha come causa il digiuno e l’attività fisica, e quella con bulimia che aggiunge comportamenti (uso di lassativi, vomito indotto) volti alla diminuzione del peso.
Trattamento
La TCC mira a modificare l’idea del valore della forma corporea e del peso come unico elemento su cui misurare il proprio valore personale, passando per diverse fasi: normalizzazione del peso e abbandono dei comportamenti di controllo del peso; migliore concezione di sé e migliorare i rapporti interpersonali.
BULIMIA:
La bulimia nervosa presenta le seguenti caratteristiche:
-eccessiva valutazione della forma del corpo e del peso e autovalutazione centrata sul controllo di queste caratteristiche
-abbuffate ricorrenti. per abbuffata di intende un episodio di alimentazione durante il quale viene ingerita una quantità di cibo oggettivamente grande; il soggetto sperimenta durante questo episodio un senso di perdita di controllo
-comportamento estremo di compensazione nel controllo del peso: vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, eccessivo esercizio fisico.
Le persone con bulimia spesso si vergognano delle loro abitudini alimentari e tentano in tutti i modi di nasconderle alle persone che stanno loro vicine.
Trattamento
La tcc punta a modificare l’idea del peso e delle forma corpore come valore di misurazione della propria persona attraverso diverse fasi: psicoeducazione del disturbo, riduzione delle abbuffate regolarizzando i pasti; stabilire la normalizzazione delle porzioni e la scelta della qualità piuttosto che della quantità degli alimenti; ridurre l’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme corporee.
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA
l comportamenti specifici dei soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata si distingue per la presenza di ricorrenti abbuffate. Con questo termine si indica una condizione definita da due caratteristiche necessarie: (1) mangiare in un periodo di tempo circoscritto (ad esempio due ore) una quantità di cibo oggettivamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in circostanze simili; (2). sensazione di perdere il controllo nell’atto di mangiare.
Per fare diagnosi le abbuffate devono verificarsi almeno due giorni la settimana.
Il trattamento più efficace per il Disturbo da alimentazione incontrollata, sembra essere la Terapia Cognitivo Comportamentale. La TCC prevede la modificazione dello schema di autovalutazione in base al controllo del peso e delle forme corporee, normalizzare il peso e il comportamento alimentare, migliorare l’autostima e sviluppare assertività per esprimere e validare i propri bisogni ed emozioni.
DISTURBI DI PERSONALITA’:
DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’:
La persona con disturbo evitante di personalità ha la convinzione di valere poco; con un profondo senso di inadeguatezza nella vita di relazione, e un enorme timore delle critiche, della disapprovazione altrui e di esclusione. Per evitare queste esperienze dolorose e la sensazione di sentirsi escluso questa persona c tende ad avere una vita molto ritirata. Si mantengono ai margini rinunciando negli ambienti sociali e lavorativi per non essere sottoposti al giudizio altrui. Il loro desiderio profondo però è quello di instaurare delle relazioni, avere un partner, condividere esperienze ed interessi con amici. Ma la difficoltà a vivere l’imbarazzo o l’umiliazione li induce ad evitare il confronto.
Il modello di trattamento metacognitivo-interpersonale di questo disturbo mira in primo luogo ad aiutare il paziente a familiarizzare con le emozioni per modulare il sentimento di estraneità e distacco; ad acquisire strategie sociali in modo da poter sperimentare maggiore senso soggettivo di appartenenza e condivisione.
DISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA’:
è caratterizzato dalla vitale necessità di rapporti personali che danno all’individuo la sensazioni di non essere mai solo.
Queste persone hanno l’idea di essere incapaci di vivere da soli e di non essere in grado di affrontare gli eventi della vita. Si sentono smarriti, senza una persona al fianco. Hanno la necessità di essere sempre presenti nella vita del loro partner e per questo motivo richiedono rassicurazioni e conferme vivendo qualsiasi gesto di allontanamento, se pur minimo, come un possibile abbandono. La mancanza di una relazione significativa fa percepire alla persona dipendente un senso di vuoto, la sensazione di assenza di scopi e direzione. Per evitare l’abbandono temuto, i soggetti dipendenti si adoperano per assicurarsi la presenza costante dell’altro e rendersi indispensabili.
DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’:
La caratteristica prominente di questo disturbo è la tendenza a reagire in modo difensivo quando la persona sente una ferita al proprio valore. Come reazione è facile che la persona adotti atteggiamenti superbi, arroganti, disprezzando le altre persone che trova essere la causa dei propri problemi
Queste persone ritengono di essere speciali e uniche e si aspettano di ricevere approvazioni ed elogi per le proprie qualità e se non li ottengono hanno la tendenza a rimuginare sul perché ciò non sia avvenuto. Sperimentano rabbia per le critiche ricevute ma anche una intensa vergogna.
Hanno l’aspettativa che tutto gli sia dovuto per il loro essere speciali. Mancano di sensibilità nei confronti dei desideri e bisogni altrui, sfociando nella tendenza alla manipolazione degli altri in modo che l’altro possa soddisfare i propri scopi.
Appaiono emotivamente freddi e distaccati, il che viene accentuato quando percepiscono gli altri bisognosi.
Sono spesso impegnati in fantasie di successo e grandiosità.
DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’:
Questo disturbo genera una significativa instabilità emotiva, è caratterizzato da una immagine di sé distorta, sentendosi inutili e inadeguati sbagliati.
La persona passa in modo rapidi lungo diversi stati emotivi, dalla rabbia alla vergogna, al terrore al senso di vuoto. Ma hanno una scarsa tolleranza di queste emozioni, che devono agire, risultando così impulsivi.
L’impulsività può essere autodistruttiva, quindi rivolta a sé contentativi di suicidio, automutilazioni; e più generale legata ad abuso di sostanze, disturbi alimentazione, etc.
Possono essere presenti sintomi cognitivi quali l’idea pervasiva di essere cattivi, le esperienze di dissociazione (depersonalizzazione e derealizzazione), la sospettosità e le idee di riferimento.
La vita di queste persone è costellata da relazioni intense ma instabili, connotate dall’eccessiva paura di essere abbandonati.
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DI PERSONALITA’:
La caratteristica principale di questo disturbo è l’ intensa preoccupazione per regol, ordine, perfezionismo, che portai soggetti che ne soffrono a non riuscire a terminare i compiti per l’eccessivo tempo che richiede. Sono persone con una forte rigidità etica e morale, manifestano difficoltà a esprimere le proprie emozioni e necessità di controllo sul lavoro e nelle relazioni interpersonali.
Questi aspetti devono interferire con la capacità di lavorare e di svolgere una vita relazionale soddisfacente.
La terapia d’elezione è la terapia cognitivo comportamentale che si pone come obiettivi alleviare le sofferenze del paziente conquistando quei cambiamenti utili affinché la sua vita risulti confortevole: ci si concentra nel favorire la consapevolezza dei propri stati d’animo, ridurre gli stati d’ansia e irritabilità, apprendere strategie per affrontare la vita quotidiana. Questo attraverso l’individuazione e la modificazione di credenze disfunzionali; l’interruzione dei circoli viziosi che si instaurano tra emozioni, pensieri e comportamenti; l’uso di tecniche di rilassamento; l’sposizione graduale alle situazioni temute.
DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA’:
E’ un disturbo caratterizzato da isolamento sociale, comportamento insolito e bizzarro e sintomi cognitivi quali: sospettosità, idee di riferimento, credenze bizzarre. Queste persone appaiono eccentriche e stravaganti sia nel linguaggio che nel modo di comportarsi e relazionarsi alle altre persone. Questo modo stravagante di relazionarsi le porta a isolarsi, non tenendo conto delle convenzioni sociali e degli effetti che il loro comportamento ha sulle relazioni provocando in loro un senso di diversità, portandoli a esperire ansia nelle interazioni sociali.
Il trattamento cognitivo-comportamentale per questo disturbo mira ad evidenziare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali del soggetto. L’obiettivo è l’acquisizione di abilità sociali e della capacità di riconoscere verbalizzare sentimenti e bisogni.
DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’:
La caratteristica principale di questo disturbo è la noncuranza e la violazione dei diritti altrui. Queste persone non riescono a rimanere entro i confini della legge né delle norme sociali e relazionali, mettendo in atto azioni immorali per trarne profitto personale.
Tutto questo è caratterizzato dall’assenza di rimorso per le conseguenze dei propri atti , rimanendo emotivamente indifferenti davanti la sofferenza altrui.
La terapia cognitivo-comportamentale mira a mostrare alla persona le distorsioni cognitive che utilizzano per dare una giustificazione delle proprie azioni. La terapia mira anche a intervenire su eventuali traumi infantili e attraverso la relazione terapeutica, a incrementare l’empatia e la socialità di questi pazienti.
DISTURBI PSICOTICI
Sintomi tipici dei disturbi dissociativi sono i deliri, pensieri che sono incomprensibili e bizzarri per chi li ascolta mentre sono logici per chi li pensa. Le idee possono riguardare persecuzioni, minacce da parte di persone non sempre definite; possono anche avere la forma di pensieri grandiosi riferiti al proprio essere o alle cose che si fanno. I temi più comuni riguardano la religiosità, il proprio valore, la moralità, l’erotismo: la persona li vive come unica realtà possibile e vivibile.
Un altro sintomo tipico dei disturbi psicotici è quello delle allucinazioni, cioè suoni, voci, immagini che la persona esperisce in modo singolare ma che non può condividere con gli altri.
Nei racconti di queste persone spesso l’affettività può essere discordante da quel che dicono, al punto da sembrare appiattita o inesistente. Anche i comportamenti possono essere alterati e magari conseguenti alle idee deliranti o di reazione alle allucinazioni, la conseguenza è quella di un progressivo isolamento sociale, con perdita di interesse nel perseguire i contatti con gli amici o nel frequentare ambienti sociali.